3.Teatro Diana

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Serena Petricelli

Ricordi?, 2021

stampa fine art su carta fotografica moab rag 310gr, 90x60cm

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Io sono una di quelle persone a cui non piace arrivare in ritardo. Non c’è cosa peggiore che entrare in un sala buia con il film appena cominciato e cercare nel buio il tuo posto. Io al cinema ci andavo sempre in anticipo forse perché rientro tra i feticisti del “Prossimamente al cinema”. Entrare nella sala vuota, prendere posto e attendere. Provavo un certa curiosità nel vedere man mano che arrivavano le persone chi sarebbero stati i miei compagni per le successive due ore. C’è sempre qualcosa che unisce le persone che decidono di vedere un determinato film in un determinato momento o almeno mi è sempre piaciuto pensarla così. Il silenzio comincia a far spazio ai primi brusii. Chi cerca il proprio posto, chi inizia a masticare compulsivamente qualcosa e chi risponde agli ultimi messaggi prima che calino le luci o almeno è sempre questa la speranza ed evitare così che lo schermo del proprio smartphone diventi come un faro in mezzo al mare in quella sala buia. Poi ci sono loro, i miei preferiti: gli opinionisti ossia coloro che c’hanno da ridire ancor prima di vedere il film.

Ma ecco che ci siamo. Le luci si abbassano, il brusio diventa un lieve bisbiglio e subito si sente echeggiare ovunque nella sala “SHHH!” “SHHH!” Tutti in coro, come in un orchestra guidata da un direttore invisibile, iniziamo a schiarirci la voce come prima di un importante discorso. E tra l’odore di pop-corn, colpi di tosse, “FATE SILENZIO!” e “quello è il mio posto!” ecco che immancabile parte la suoneria di un cellulare. Tu sei li, nella tua poltroncina di velluto, il film è appena cominciato e sei ormai rassegnato all’idea che dovrai lottare con il tuo chiassoso vicino di seduta o nel migliore dei casi sperare che si addormenti sulla tua spalla. E proprio quando ormai ti sembra impossibile ecco come per magia che la sala viene avvolta dal silenzio. Signori, il film sta per cominciare… Speriamo al più presto.